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17/04/2020
Sono dati parziali e non coprono tutte le città, ma restano allarmanti. Bergamo, Brescia, Piacenza, Cremona sono tra i comuni con i dati più alti
Gli ultimi dati Istat sulle dinamiche dei decessi, in parte delle città italiane, danno una fotografia drammatica di quello che sta succedendo nei giorni della pandemia da Coronavirus.
Nel solo mese di marzo 2020 i morti sono aumentati del 20 per cento rispetto allo stesso periodo negli anni precedenti, quelli dal 2015 al 2019. I dati, che ancora non rilevano la totalità dei comuni italiani, sono definiti “anticipatori” e, in questa raccolta, non comprendono le cause dei decessi. Non distinguono, cioè, i morti per Covid19 o per qualsiasi altra causa. Dal momento che, però, sono molte le persone decedute per sintomi parainfluenzali ma non sottoposte a tampone, questi numeri sono considerati un segnale.
Dati Istat: il caso delle città lombarde
Bergamo aveva registrato 151 morti nel marzo 2019: il mese scorso, marzo 2020, ne ha contati 729. Che il numero dei decessi sia legato, per buona parte, alla pandemia, è confermato dal comune di Alzano Lombardo, uno dei focolai del contagio: l'anno scorso Istat registrava 10 morti, dal 1° marzo al 4 aprile 2020 ne ha seppelliti 112.
Brescia è passata da 210 a 638; Crema da 41 a 173 e Cremona da 97 a 375; Mantova da 69 a 109. Varese contava 77 morti, nello stesso periodo del 2020 131; Como da 88 a 164. Sondrio sembra essere il comune tra meno colpiti, con 31 morti del marzo 2019 contro i 33 del marzo appena concluso.
Il lodigiano, il primo focolaio riconosciuto dal 21 febbraio, è segnato dalle statistiche dei decessi. Lodi aveva 52 casi e nel mese scorso ne ha registrati 188. Altissime anche le percentuali dei morti a Casapusterlengo, Codogno.
I decessi nel marzo 2020 in Italia
Il documento dei dati Istat, per quanto provvisorio, traccia una mappa geografica in linea con la curva del contagio. Spiccano il dato di Piacenza, da 121 a 495 morti, città pericolosamente vicina al Sud della Lombardia e quello di Parma, da 213 a 563.
Nelle altre regioni italiane i morti più numerosi si registrano a Pesaro, Rimini e nelle Marche.
Il Sud Italia ha genericamente dati meno importanti, ma va detto che questi dati non rilevano che cosa è successo a Torino, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Ancona, Pescara, Bari, Palermo, Reggio Calabria, Cagliari.
I dati Istat riportano anche sesso e fascia d'età. Negli uomini c'è la percentuale più alta e l'età più colpita è quella sopra i 74 anni.