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11/03/2020
Il governo precisa come interpretare le limitazioni alla mobilità previste dal Dpcm del 9 marzo. La ratio: uscire solo se e quando necessario, rispettare la distanza di sicurezza
Il decreto #iorestoacasa del 9 marzo 2020 ha suscitato alcuni dubbi di interpretazione. Il governo ha divulgato una serie di Faq, frequently asked questions, cioè la risposta alle domande più usuali.
Pubblichiamo i contenuti principali del documento e rimandiamo il link alle indicazioni complete, sul sito ufficiale del Governo.
Il primo elemento da ricordare è il fatto che, con il decreto, non ci sono più zone rosse, con indicazioni severe di contenimento del contagio da Covid-19, e zone intermedie, dove i provvedimenti sono più blandi.
L'intero territorio nazionale è interessato alle misure che chiedono a tutti i cittadini una drastica limitazione degli spostamenti per svago e socialità.
Decreto #iorestoacasa: si può uscire dal territorio comunale?
È possibile varcare i confini del proprio comune per motivi lavorativi, di salute e di necessità urgenti. Il lavoratore che deve recarsi in un comune diverso da quello di residenza può uscire. Può uscire il figlio di un genitore anziano non autosufficiente, che va accudito.
Altri esempi: si esce per andare in farmacia, per fare la spesa di generi alimentari, per comprare le lampadine che si sono fulminate in casa, andare in ospedale a fare una visita non differibile.
Non si esce, invece, per motivi di intrattenimento, per incontrare degli amici, per andare a bere una birra dopo le diciotto.
È permesso recarsi al parco e in luoghi all'aperto, pur di rispettare la distanza di almeno un metro quando si incontrano delle persone.
Le Faq del Governo ricordano che il trasporto delle merci non è vietato e che i supermercati hanno e avranno disponibilità regolari.
Le farmacie e i punti vendita alimentari restano aperti, mentre i centri commerciali e i mercati sono chusi il sabato e la domenica.