Quanto si spende in Italia per le pensioni. Chi paga? /1

Quanto si spende in Italia per le pensioni. Chi paga? /1

Previdenza

16/07/2019



Nota di Emilio Didonè, segretario generale Fnp Cisl Lombardia, sull’attuale sistema previdenziale e sui problemi oggi sul tavolo

 

Quanto si spende in Italia per le pensioni? Davvero i pensionati sono una categoria privilegiata?
Emilio Didonè, segretario generale Fnp Cisl Lombardia, enuncia una serie di riflessioni sull'attuale dibattito che ruota attorno alle pensioni. Cosa emerge se si separa previdenza e assistenza dai conti dell'Inps? Quali fasce di popolazione, oggi, sostengono l'attuale sistema di welfare? È giusto che, a fronte di un'evasione fiscale altissima, a pagare siano, per la maggior parte, pensionati e lavoratori dipendenti?

 

Quanto si spende in Italia per le pensioni. Letture discordanti

In un articolo pubblicato da Agi, l'8 giugno scorso, si legge: “La spesa dell'Italia per le pensioni è nella media europea? Secondo il nuovo presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, le spese per le pensioni se depurate dai numeri dell'assistenza sono in linea con la media Ue”.
Nell'articolo Agi conduce la sua verifica e conclude così:

“secondo il presidente dell'Inps Tridico, il fatto che l'Italia sia al secondo posto delle classifiche internazionali per spesa pensionistica tradisce un equivoco di fondo: queste rilevazioni non scorporerebbero per il nostro Paese la spesa previdenziale da quella assistenziale, sovrastimandone di fatto la spesa pensionistica. La dichiarazione di Tridico ha però due problemi. Il primo è che non è semplice fare distinzione, all'interno delle voci di spesa, su che cosa sia “previdenza” e che cosa “assistenza”. Il secondo è che sia Eurostat che Ocse, nelle loro indagini statistiche ed economiche, tengono conto di entrambi gli aspetti quando fanno un confronto a livello internazionale delle spese pensionistiche.
È comunque vero che da anni si discute sugli eventuali vantaggi di separare in maniera più netta nell'Inps la componente previdenziale da quella assistenziale (un impegno preso nel Contratto di governo anche da Lega e M5s) e che c'è dibattito su come vadano letti i dati sui confronti internazionali". 

La riflessione di Didonè

"Nel messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (pubblicato il 24 gennaio per la ricorrenza del 28 maggio), papa Francesco ci ricorda che:

«L'accesso ai mezzi di comunicazione, grazie allo sviluppo tecnologico, è tale che moltissimi soggetti hanno la possibilità di condividere istantaneamente le notizie e diffonderle in modo capillare. Queste notizie possono essere belle o brutte, vere o false. Già i nostri antichi padri nella fede parlavano della mente umana come una macina da mulino che, mossa dall'acqua, non può essere fermata. Chi è incaricato del mulino, però, ha la possibilità di decidere se macinarvi grano o zizzania. La mente dell'uomo è sempre in azione e non può cessare di “macinare” ciò che riceve, ma sta a noi decidere quale materiale fornire»

(cf. Cassiano il Romano, Lettere a Leonzio Igumeno).


Ciascuno ha il suo modo di vedere e interpretare le cose. Hanno tutti ragione?
Da anni, la Fnp Cisl pensionati, insieme a Spi e Uilp, chiede ai Governi più responsabilità, serietà e consapevolezza su questi temi. Da anni chiediamo il rispetto degli accordi sottoscritti. Da anni chiediamo di fare i conti bene e con trasparenza.

Da anni chiediamo di separare la previdenza dall'assistenza. Da sempre chiediamo la verità, solamente la verità che scaturisce nei conti. Perché l'opinione pubblica deve essere correttamente informata, deve essere messa in grado di leggere e interpretare “come stanno le cose”, al di là delle interpretazioni e letture di parte e convenienza.

Al riguardo, la spesa pensionistica italiana “vera” - che si ottiene eliminando la spesa per le prestazioni tipicamente assistenziali e le imposte sulle pensioni (che sono una partita di giro per lo Stato) – , come dimostrato dai rapporti annuali Inps, si attesta intorno all'11-12 % del Pil. Quindi, nonostante la grave crisi occupazionale il sistema previdenziale italiano è ancora in equilibrio tra entrate per contributi e uscite per prestazioni puramente pensionistiche, assolutamente in linea con i dati europei".