Previdenza
09/07/2019
Corriere Economia, sul numero di lunedì 8 luglio, calcola l’effetto della mancata perequazione delle pensioni rispetto al costo della vita
Pensioni: quali sono le conseguenze del blocco della rivalutazione, per effetto delle politiche governative degli ultimi decenni? Un articolo di Alberto Brambilla e Antonietta Mundo, pubblicato sul Corriere Economia di lunedì 8 luglio, titola “Pensioni inadeguate. Il conto è 12 mila euro”.
I giornalisti scrivono che, ad esempio, un pensionato che dal 2006 riceve 2000 euro lordi al mese, ad oggi ha perso 11 mila e 873 euro, cioè circa dodici mila euro, a causa della mancata rivalutazione delle pensioni rispetto al costo della vita.
Secondo il Corriere, in una situazione analoga si trovano quasi un milione di pensionati, con reddito da 1600 euro netti al mese.
Pensioni, storia della perequazione
Il blocco della rivalutazione pensioni, deciso dalla Finanziaria dell'attuale governo, non è il primo. I sindacati lo denunciano da anni e dal riepilogo del Corriere lo si vede chiaramente. L'azzeramento della perequazione inizia, per parlare dell'attuale sistema pensionistico, con il governo Prodi nel '97. “Si ritorna alla normalità nel periodo 2001-2006, ma già nel 2008 la rivalutazione delle pensioni (…) viene azzerata, ancora dal governo Prodi”, scrive il Corriere. Le cose “precipitano con i successivi governi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni”.
Lo svantaggio economico sale in misura della mensilità pensionistica prevista ma, sottolinea il Corriere, è notevole anche tra i pensionati che ricevono pensioni di medio valore. Sul lungo periodo, il calcolo del danno economico dovuto alla mancata rivalutazione si fa ingente. “Un pensionato con una rendita mensile di 2.307 euro accumulerà una perdita che, considerando gli effetti delle future mancate rivalutazioni, sarà più che doppia rispetto al periodo 2006-2019. Cifre sulle quali la politica dovrebbe riflettere molto”.
Scarica il pdf con la tabella pubblicata dal Corriere.