Notizie
25/05/2021
Attenzione alle notizie che lanciano falsi allarmi sul sistema di messaggistica. Fuorviante l’allerta sulle impostazioni di aggiunta nei gruppi
Whatsapp torna a essere oggetto di dibattito sul web, ma questa volta si tratta di un messaggio virale fuorviante e di un allarme ingiustificato. Da alcuni giorni circola la notizia di un nuovo aggiornamento nell’applicazione di messaggistica: la novità permetterebbe a chiunque di aggiungere un utente nel gruppo a sua insaputa. Un post su Facebook e una catena di messaggi su Whatsapp avvisa della notizia, con tanto di allerta e consigli utili. Questo il testo in circolazione:
"WhatsApp ha aggiornato le sue impostazioni ieri sera senza informare l’utente! Ha modificato le impostazioni del gruppo e ti ha aggiunto a “Tutti”. Ciò significa che qualsiasi utente di WhatsApp, anche se non li conosci, può aggiungerti a qualsiasi gruppo a tua insaputa e senza il tuo consenso.
Ciò significa che i tuoi contenuti possono essere attaccati Puoi ripristinare questa modifica com’era prima e in modo che solo i tuoi contatti possano aggiungerti al gruppo b – nessun estraneo:
1. vai su WhatsApp
2. vai su Impostazioni in alto a destra
3. vai su Account
4. vai su protezione dati (privacy)
5. vai ai gruppi
6. cambia questa impostazione da “tutti” a “i miei contatti“
Il messaggio su Whatsapp: cosa c’è di vero e cosa non va
Il sito di debunking Bufale.net spiega che si tratta di una fake news, con un contenuto parzialmente vero e altri creati ad arte. È falso che ci sia stato un aggiornamento in queste impostazioni, mentre è vero che, nelle funzionalità connesse alla privacy, è possibile delimitare i contatti che possono aggiungere l’utente ai gruppi. Le Faq a cura dell’applicazione di messaggistica specificano che gli utenti abilitati ad aggiungerne altri a gruppi sono quelli che ne conoscono “le informazioni di contatto”, cioè il numero di telefono. Nella peggiore delle ipotesi, è quindi possibile che un utente venga inserito in un gruppo non richiesto, ma da una persona che in qualche modo abbia avuto un contatto reale con lui, anche se non compare nella rubrica dello smartphone.
Falsa, invece, l’allusione al fatto che i “contenuti possono essere attaccati”. La comunicazione su Whatsapp è sempre crittografata. I rischi di minacce informatiche sono semmai quelle collegate a codici infetti che l’utente stesso accetta, senza saperlo, cliccando link sospetti senza fare attenzione.
Whatsapp, privacy e termini di sicurezza
La bufala nasce probabilmente sull’onda mediatica di quanto si è detto nei mesi scorsi in merito agli aggiornamenti sulla privacy di Whatsapp, che, se non accettati, finiranno con il compromettere l’utilizzo dell’applicazione. Il 15 maggio era la data annunciata da Whatsapp, a partire dalla quale potrebbe comparire, sullo smartphone, un invito ad accettare l’aggiornamento. Qualora l’utente non lo accetti, ma dopo ripetute notifiche, l’utilizzo del canale di messaggistica sarebbe via via delimitato.
Intimoriti dalle voci legate a questo aggiornamento, molti utenti si sono, in questi mesi, rivolti ad altre applicazioni di messaggistica come Telegram e Signal. Si tratta di due canali meno diffusi di Whatsapp: Signal viene considerato abbastanza sicuro dagli esperti, mentre su Telegram, ancorché comodo e innovativo in alcuni aspetti, ci sono comunque dubbi sul suo grado di sicurezza.
La scelta di passare a Telegram per timore degli aggiornamenti di Whatsapp potrebbe rivelarsi un boomerang, anche perché le modifiche annunciate non riguarderebbero gli utenti privati, ma le funzioni di Whatsapp Business.
Le procedure di Whatsapp hanno fatto clamore anche perché sono state messe sotto osservazione dalle istituzioni europee: le notifiche non erano, in effetti, scritte in un linguaggio chiaro a sufficienza per l’utente. Tuttavia, il regolamento Gdpr sulla protezione dei dati personali impedisce che, per gli utenti europei, una qualsiasi modifica dei termini di privacy di un’applicazione possa risultare davvero pericolosa.