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18/02/2021
Restano le differenze per sesso e per area geografica. Crescono i pensionati da lavoro che dichiarano di essere occupati
Istat ha diffuso il 17 febbraio 2021 l’ultimo report sulle condizioni di vita dei pensionati. Le statistiche riguardano gli anni 2018-2019 e confermano tendenze già osservate negli anni scorsi: restano ampie differenze regionali, divari nelle mensilità tra uomini e donne, il cosiddetto gender gap.
Il numero dei pensionati italiani è sostanzialmente stabile e si attesta sui 16 milioni. Il rapporto tra spesa pensionistica e il Pil, il prodotto interno lordo è stato del 16,8 per cento nel 2019 ed era del 16,6 per cento nel 2018.
Un elemento di novità è l’aumento dei pensionati da lavoro che dichiarano di essere occupati, con un incremento del + 3,6 per cento tra il 2019 e il 2018. Nel 2019, secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro, i pensionati da lavoro che percepiscono anche un reddito da lavoro sono 420 mila. Si tratta per lo più di uomini (in oltre tre casi su quattro), da residenti nelle regioni settentrionali (in due casi su tre) e di lavoratori non dipendenti.
Istat sulle condizioni di vita dei pensionati: il gender gap
Niente di nuovo, invece, sui dati che testimoniano le diseguaglianze storiche del tessuto sociale italiano: il 42,3 per cento della spesa che va al quinto più ricco e un gap marcato a svantaggio delle donne.
Nel 2019, le donne ricevono il 43,9 per cento (44,1 per cento nel 2018) della spesa complessiva e sono in maggioranza sia tra i titolari di pensioni (55,2 per cento, 55,5 per cento nel 2018) sia tra i beneficiari (51,9 per cento, 52,2 per cento nell’anno precedente). In media, l’importo di una pensione di una donna è più basso rispetto a quello riservato agli uomini per lo stesso tipo di pensione. In particolare, per le pensioni di vecchiaia le donne percepiscono in media 7.783 euro annui in meno degli uomini (-36,1 per cento) per effetto del divario retributivo.
Il gap tra uomini e donne si riduce a 6.049 euro se si guarda al reddito annuo complessivo (-27,6 per cento), dato dalla somma tra singole prestazioni pensionistiche. Le donne riescono a colmare, in parte, il gap rispetto agli uomini perché più spesso titolari di più prestazioni.
Le differenze regionali nelle pensioni
Restano le differenze tra Nord e Sud, dovute alle diverse possibilità occupazionali nelle regioni e alla disponibilità di lavori qualificati. Nel Mezzogiorno, dove sono più diffuse le pensioni assistenziali rispetto a quelle da lavoro, un pensionato su cinque (24,4 per cento) appartiene al quinto più povero della distribuzione dei redditi pensionistici e solo il 16,2 per cento si colloca nel quinto più ricco. Sempre nel Mezzogiorno, il quinto di popolazione con redditi pensionistici più bassi percepisce meno di 7 mila euro lordi annui; nel Nord non supera i 9.300 euro. Il quinto di pensionati con redditi pensionistici più elevati percepisce al Centro e al Nord oltre 27 mila euro lordi annui, al Sud e nelle isole oltre 24 mila euro.
Grafici: Istat 2021