Vaccini antiCovid nelle Rsa: le norme per chi non può esprimere il consenso

Vaccini antiCovid nelle Rsa: le norme per chi non può esprimere il consenso

Sanità

11/01/2021



Per gli anziani che non possono decidere da soli è prevista la dichiarazione del tutore, del curatore o dell’amministratore di sostegno

I primi vaccini antiCovid stanno arrivando nelle Rsa lombarde, ma cosa succede se gli anziani non sono in condizioni di esprimere, in modo lucido e consapevole, il consenso informato? La normativa prevede diversi casi per far partire la distribuzione del vaccino e garantire l'assenso di chi lo riceve.
Il consenso informato è un documento, che in genere si firma per iscritto, nel quale il paziente dichiara di conoscere rischi e vantaggi sulla somministrazione del vaccino, accetta di riceverlo, segnala eventuali allergie o casi particolari. Per i vaccini anti-Covid nelle Rsa, il problema del consenso informato si pone quando il paziente non può esprimere da solo il suo assenso, per esempio quando è affetto da demenza senile o da forme gravi di deficit cognitivo. Il decreto che regola queste situazioni è il Il Decreto n. 1/2021.

Vaccini antiCovid nelle Rsa: le regole del consenso informato

Le persone incapaci ricoverate presso strutture sanitarie assistite, comunque denominate, esprimono il consenso al trattamento sanitario per le vaccinazioni di cui sopra, a mezzo del:

  • tutore;
  • curatore;
  • amministratore di sostegno;
  • fiduciario (nominato dopo aver determinato le proprie disposizioni anticipate di trattamento, art.4 della legge 22 dicembre 2017, n. 219).

La normativa specifica che, laddove possibile, tutori e amministratori fiduciari si consultino con il proprio assistito e rispettino la sua volontà.
Per far valere il consenso informato di una persona incapace c'è anche un'altra strada: che abbia già espresso il suo volere per mezzo di una Dat, disposizione anticipata di trattamento, registrata nella banca dati presso il ministero della Salute o comunque attraverso una dichiarazione esplicita.

La legge ricorda che il soggetto che esprime il consenso per la persona incapace ricoverata si confronta anche con il coniuge, la persona parte di unione civile o stabilmente convivente o, al limite, il parente più prossimo entro il terzo grado e verifica che il trattamento vaccinale è idoneo ad assicurare la migliore tutela della salute della persona ricoverata.

Ci sono poi altre variabili considerate dalla legge, come il caso in cui il fiduciario, il tutore, il curatore o l'amministratore di sostegno mancano o non sono in alcun modo reperibili per almeno 48 ore, o la situazione in cui la direzione sanitaria ritenga necessario il vaccino contro la posizione espressa dal paziente.
Più dettagli a questo link:

https://www.pensionati.cisl.it/articolo-1628/vaccino-anti-covid-19-agli-anziani-incapaci-ricoverati-nelle-rsa-chi-decide-per-loro/