Sieroprevalenza: in Lombardia il 7,5 per cento ha sviluppato anticorpi per il Sars-Cov-2

Sieroprevalenza: in Lombardia il 7,5 per cento ha sviluppato anticorpi per il Sars-Cov-2

Sanità

04/08/2020



Diffusa il 3 agosto l’indagine avviata da Istat e Croce Rossa. I dati riguardano un campione di 64.660 persone e sono provvisori. Importante il numero degli asintomatici

La sieroprevalenza sul Sars-Cov-2, cioè la presenza di anticorpi contro il Covid-19 nel sangue, è maggiormente presente in Lombardia e nelle aree più colpite dal contagio. Questo è uno dei dati emersi dall'indagine Istat-Croce Rossa avviata nei mesi scorsi e annunciata, nella sua fase ancora provvisoria, ieri, lunedì 3 agosto. L'indagine, che ha scopo epidemiologico e serve a studiare gli sviluppi dell'epidemia ha coinvolto, al 27 luglio, 64.660 persone. È un numero minore rispetto alle attese, probabilmente perché molti cittadini hanno rinunciato a sottoporsi al test e perché, si legge nella nota ufficiale, “la conduzione in condizioni emergenziali non ha permesso di raggiungere completamente la numerosità originariamente programmata”.
I risultati tuttavia sono considerati interessanti dagli esperti, perché fotografano, almeno in parte, come e quanto il virus ha circolato nella popolazione.

Sieroprevalenza: come è andata, in Italia e in Lombardia

Le persone che, sottoposte al test, hanno mostrato di avere un IgG positivo, sono 1 milione 482 mila, il 2,5% della popolazione residente in famiglia (escluse le convivenze). Di fatto, quelle che sono entrate in contatto con il virus sono dunque 6 volte di più rispetto al totale dei casi intercettati ufficialmente durante la pandemia, attraverso l'identificazione del Rna virale, secondo quanto prodotto dall'Istituto Superiore di Sanità.
In Lombardia la percentuale di cittadini che hanno sviluppato gli anticorpi è al 7,5 per cento: è il dato più alto rispetto a tutte le regioni d'Italia, cioè il 51 per cento delle persone del campione. In alcune zone, tra le più colpite dalla pandemia, come Bergamo e Cremona, la percentuale sale al 24 e al 19 per cento.
L'indagine riporta un altro valore da ricordare: il 27,3% delle persone che ha sviluppato anticorpi non ha avuto alcun sintomo.

Tra le persone che hanno sviluppato gli anticorpi, dunque, vi sono cittadini che hanno avuto malesseri lievi, taluni più forti e taluni che non si sono, di fatto, accorti di nulla, perché del tutto asintomatici. La vicinanza con persone contagiate ha aumentato la possibilità di sviluppare anticorpi, in modo particolare se il malato è un familiare.
In un'ottica preventiva, il dato sugli asintomatici è quello che interessa di più, perché mostra quanto è importante monitorare i contatti di un contagiato. La ricerca sottolinea che, in più della metà dei casi, anche chi è stato a stretto contatto con un malato non si è contagiato.