Welfare
08/06/2020
L’indagine a consuntivo del 2019 fotografa le strutture per gli anziani, prima dell’emergenza Covid19. Un quadro già difficile, con rette alte e lunghe liste d’attesa
Non autosufficienza e Rsa: è on line il rapporto 2020 sulle residenze socioassistenziali la cura del dipartimento Welfare del sindacato pensionati Cisl Lombardia. L'indagine pubblica i dati a consuntivo al 31 dicembre 2019 delle Rsa lombarde, prima dell'emergenza Covid19 ma con informazioni interessanti e tuttora valide. Uno scenario che, già prima della pandemia, si rivela difficile, come spiega Emilio Didonè, segretario generale Fnp Cisl Lombardia:
“le Rsa hanno mediamente costi altissimi a carico delle famiglie e lunghe liste di attesa. Rette e servizi non sono omogenei di provincia in provincia. I posti letto con una compartecipazione pubblica della spesa sono diminuiti mentre sono aumentati i posti con rette a totale carico delle famiglie” .
Il rapporto analizza le 708 strutture Rsa disseminate nelle province lombarde. Le fonti sono i dati pubblicati da Regione Lombardia, dalle Ats, dalle Carte dei Servizi delle stesse Rsa. Il dipartimento Welfare di Fnp Cisl Lombardia ha poi verificato e approfondito i numeri grazie alle testimonianze delle famiglie, degli operatori in prima linea e dai contatti diretti con alcuni responsabili di Rsa.
Fnp Cisl Lombardia ha annunciato che è in fase di preparazione un rapporto sulle Rsa nel periodo dell'emergenza sanitaria.
Non autosufficienza e Rsa: che cosa è successo nel 2019
Al 31 dicembre 2019, i posti letto disponibili nelle Rsa lombarde, cioè i posti letto autorizzati/abilitati, sono 64.431, un più 951 posti letto rispetto al 2018.
Mentre calano ancora i posti letto contrattualizzati - riconosciuti da Regione Lombardia con regolare contratto e finanziati, in parte, dal Fondo Sanitario Regionale – che sono fermi a 57.603, un meno 901 posti letto rispetto al 2017 e 2018.
Aggiunge Didonè:
“Siamo di fronte a un quadro di offerta molto frammentato che non è in grado oggi di rispondere pienamente a una domanda di servizi in crescita continua. Siamo il secondo Paese più vecchio al mondo, e in Lombardia sono circa 367.000 gli anziani over 65 anni con limitazioni funzionali che necessitano di cure e assistenza continua”.
Il futuro? Forse una bomba sociale
Giuseppe Redaelli e Pietro Cantoni del Dipartimento Welfare di Fnp Cisl Lombardia, che hanno curato il rapporto 2020 nei particolari, sottolineano che:
"nell'ambito delle politiche sulla non autosufficienza la Lombardia soffre in maniera cronica di una frammentazione su più livelli. Diversi sono i soggetti istituzionali in capo ai quali sono demandate queste politiche, diverse sono anche le risposte messe in campo dagli attori di policy. Persino il bisogno e le condizioni dell'utente sono misurati con scale differenti”.
Emilio Didonè, segretario generale di Fnp Cisl Lombardia, aggiunge:
“occorre una razionalizzazione del sistema, con percorsi omogenei in tutte le regioni del Paese. Manca una legge nazionale “cornice” che entri nel merito della non autosufficienza, dei servizi minimi da garantire e di come garantirli. Non è possibile che nel secondo Paese più vecchio al mondo si continui a rimandare il tema della vecchiaia e della non autosufficienza. Da tempo i sindacati confederali dei pensionati sostengono la necessità di una legge in tal senso altrimenti la sfida della non autosufficienza ha tutte le premesse per diventare una vera e propria bomba sociale”.
Foto di Chirayu Trivedi