Il 13% degli over 55 lombardi vive in condizioni di povertà. 46 anziani su 100 invecchia attivamente. Il 27% chiede allo Stato più tutele

Welfare

08/02/2023



Presentato oggi il II° rapporto di Fnp, Spi e Uil pensionati Lombardia sugli anziani in Lombardia

E' stato presentato questa mattina alla Casa della Cultura di Milano, il secondo rapporto “Più fragili dopo la tempesta? In equilibrio fra desideri, fragilità, aiuti”, la più ampia indagine svolta sugli anziani lombardi promossa da Spi Cgil Lombardia, Fnp Cisl Lombardia e Uilp Uil Lombardia che, in collaborazione con ARS – Associazione per la Ricerca Sociale di Milano, sono promotori dell’Osservatorio regionale sulla terza età.

Il campione preso in esame va dai 55 anni in su e ha coinvolto 1.211 persone. Il primo dato che emerge dall'analisi, è una presenza non marginale di popolazione povera, il cui reddito familiare netto non arriva a 1.000€ al mese. Parliamo del 13% degli intervistati over 55 (di cui il 7% vive da solo).

2 intervistati su 10 dichiarano uno stato di salute problematico o molto problematico. La quota sale ovviamente tra i più anziani, ma è soprattutto alta tra chi vive solo (il 34%) e tra i meno istruiti, che purtroppo hanno a disposizione meno risorse. Chi vive senza una rete di supporto ha più facilmente uno stato di salute critico, soprattutto se over 75. Rispetto al tema sociosanitario, emerge che a parte le attività riabilitative – che registrano un utilizzo da parte del 17% degli anziani –  tutti gli altri servizi proposti registrano tassi d’uso tra l’1 e il 5%.

"Parlare di anziani non è un tema legato solo al profilo di chi oggi non è più giovane, ma obbliga ad interrogarsi anche in prospettiva intergenerazionale, immaginando quali anziani potranno essere domani i nostri giovani" ha detto nella sua introduzione  Onesto Recanati, segretario regionale Fnp Lombardia. "Siamo convinti che solo dalla conoscenza della condizione concreta degli anziani di oggi, sia dal punto di vista delle più ricorrenti difficoltà che delle possibili opportunità, si possa costruire nel breve come nel lungo periodo, un futuro a misura di ciascuno".

Rispetto alla prima indagine (consulatibile QUI),  il report di quest’anno ha ampliato i temi d’analisi: il ruolo della sanità pubblica, le condizioni di vita degli anziani, le loro condizioni di reddito, ed infine il tema dell’invecchiamento attivo, argomento già oggi al centro delle discussioni europee e che diventerà in futuro sempre più centrale, visto il netto incremento della popolazione anziana rispetto a quella giovane. 

In Lombardia su una scala da 1 a 100 gli anziani invecchiano “attivamente” su un valore pari a 46, contro una media nazionale Istat di 34 nel 2018. Gli anziani lombardi si dimostrano piuttosto autonomi e generalmente in buona salute, ma un po' meno partecipi e coinvolti nella comunità locale. Il 72% esce di casa tutti i giorni ma, togliendo la necessità di andare a fare la spesa, solo una parte degli anziani è coinvolta in modo regolare in altre attività come volontariato, hobby, sport. 

Dall'indagine, infine, emerge in modo chiaro un dato significativo: per quasi un quarto degli intervistati (il 27%), l’ente pubblico figura al primo posto come soggetto da cui gli anziani desiderano ricevere più aiuti e tutele.

"Il tema oggi è come costruire un patto tra società civile,  associazioni di volontariato, politici ed istituzioni per una governance che indichi soluzioni eque, che  immagini un futuro più inclusivo per anziani e meno anziani". Ha sottolineato Onesto Recanati.


Report in allegato
Qui per rivedere la presentazione.