Pasqua ai tempi di Covid 19. Lettera di Emilio Didonè a iscritti e cittadini

Pasqua ai tempi di Covid 19. Lettera di Emilio Didonè a iscritti e cittadini

Notizie

10/04/2020



Il messaggio: trovare nuove energie per affrontare le complessità di questi giorni, con responsabilità e fiducia, ma senza mai dimenticare le altre difficoltà sociali dei più poveri, più deboli

Emilio Didonè, segretario generale del sindacato dei pensionati della Cisl Lombardia, scrive una lettera con gli auguri di Buona Pasqua e un auspicio per il futuro. 

 

Lettera in occasione della Santa Pasqua ai tempi di Covid 19 


Carissime e Carissimi, fa una certa impressione vedere alla televisione le strade vuote di alcune città del nostro Nord, piazza del Duomo a Milano deserta, con le ultime notizie che non ci rincuorano sulla vicina fine del contagio.
Quanta ammirazione, riconoscenza, orgoglio, affetto proviamo oggi a vedere alla televisione medici, infermieri, soccorritori in prima linea contro il virus, che cercano di curare le persone e di salvare vite umane anche a costo di perdere la propria, di sacrificare sé stessi e i familiari.

Subito dopo, dietro le prime linee degli ospedali, vediamo oggi con occhi diversi altre nuove figure coraggiose: la cassiera del supermercato, l'autotrasportatore, il militare, le forze dell'ordine, il pompiere, l'autista dei mezzi pubblici. Stiamo vivendo un profondo cambiamento nel nostro modo di pensare comune, rivalutiamo l'importanza sociale di alcuni lavori. Solo fino a un paio di mesi fa questi mestieri erano considerati socialmente dequalificati, facilmente eliminabili e sostituibili grazie ai robot e all'informatica.

La cassiera, per molti di noi passava i prodotti sul lettore ottico, dava il resto e qualche volta ci aiutava a individuare le monete giuste. Oggi invece guardiamo i lavoratori del commercio come salvatori della Patria. Sono lì, a volte senza adeguate protezioni, per garantirci la sopravvivenza acquistando ciò che è necessario. Dietro ognuna di queste cassiere, non dimentichiamolo, c'è tutta una filiera di lavoratori e lavoratrici che non si vedono, ma la cui utilità, per noi costretti a restare a casa, oggi è tanto importante quanto poco considerata.

Il contadino che continua a seminare, l'allevatore che continua a mungere, l'operaio che lavora le materie prime, il trasportatore che smista i prodotti. Sono persone che non lavorano in smart working, oggi tanto di moda, ma sono indispensabili. Come essenziali si rivelano altri mestieri che normalmente non godono di grande considerazione sociale. Il settore delle pulizie: dal netturbino che raccoglie i rifiuti a coloro che in ospedali, uffici e condomini continuano a lavare e sanificare. Se non ci contaminiamo, toccando qualcosa, lo dovremo anche al loro impegno, svolto con umiltà nonostante i rischi che anche loro corrono. E come dimenticare le colf e badanti, spesso straniere lontano da casa, che anche in questo difficilissimo momento continuano a prendersi cura di tanti nostri anziani.

 

La pandemia sta cambiando i nostri paradigmi

Il fatto è che stiamo cambiando totalmente i paradigmi con cui eravamo soliti a misurare e valutare le professioni, il lavoro. Stiamo riscoprendo una nuova dignità e inediti valori del lavoro, spesso dimenticati, che ogni lavoro onesto e fatto con coscienza trasmette alla persona. Ma dignità vuol dire anche offrire la sicurezza sul posto di lavoro, sapere che il sistema lavoro consente a un giovane, e non solo a un giovane, di farsi una famiglia, di chiedere un mutuo, di vivere dignitosamente. Non dimentichiamolo, dopo questa emergenza!

Tutto questo lascerà un segno, questa difficile esperienza che stiamo vivendo non passerà nel silenzio, nel dimenticatoio e sicuramente cambierà qualche cosa anche nei nostri rapporti personali, nei sentimenti di amicizia, nel prendersi cura delle persone, nel collaborare insieme, nel costruire il bene comune.

Speriamo che il Coronavirus alla fine ci aiuti a cambiare il senso dei nostri anni già vissuti e dei nostri giorni ancora da vivere. Speriamo che ci aiuti a capire l'importanza della collaborazione, il valore della riconoscenza, la grandiosità di un semplice grazie, l'eleganza di saper chiedere scusa. Speriamo che ci aiuti a ricordare chi si è fatto avanti in questi giorni senza chiedere nulla in cambio, chi ci ha messo la faccia e la buona volontà senza secondi e reconditi fini.
Speriamo che questo virus alla fine ci aiuti a distinguere il necessario dal superfluo, la generosità dall'avarizia, l'amicizia dal rancore, la solidarietà dall'egoismo, a trovare per ognuno di noi i giusti compromessi con gli altri nella convivenza di tutti i giorni.

 

Buona Pasqua di quarantena

Rimanere a casa, in tempi di Coronavirus, è necessario. Anzi, è doveroso. Più ancora, è obbligatorio. Ne siamo consapevolmente convinti, ma non diteci che è bello. La gag di Fiorello, in cui lo showman invita tutti a stare sdraiati sul divano e a giocare a Monopoli, fa sorridere, ma dopo alcuni giorni viene voglia di vendere tutto, compreso vicolo Corto e vicolo Stretto.

Una delle poche cose che ci è consentita fare in casa è telefonare. Facciamolo non solo con gli amici ma anche con le persone che sappiamo essere sole in queste lunghe giornate. Il virus ci sta insegnando che sono poche le cose indispensabili alla vita, che pensare anche agli altri, e non sempre solo a noi stessi, forse è la via giusta per vivere con più serenità. Ci ricorderemo di questi giorni in casa, di come abbiamo ripreso a pensare, leggere, ascoltare, discutere in amicizia, a richiamare alla memoria persone e circostanze quasi dimenticati. Ne siamo certi, alla fine non sembrerà tempo perso.

Ma quando l'anno prossimo guarderemo al periodo dell'Italia "in zona rossa", tutto il Paese attraverserà una gravissima crisi economica. Prepariamoci, perché la questione sarà terribilmente seria. In questo periodo di emergenza i tanti poveri normali, che già non sapevano come arrivare a fine mese sono sull'orlo della disperazione, hanno bisogno di aiuto e di sostegno per mangiare. Questa è la realtà di oggi, ma dovremo affrontare una congiuntura economica che non sarà breve e durerà a lungo. Prepariamoci e possibilmente cerchiamo fin d'ora di programmare insieme dei rimedi possibili e graduali.

Purtroppo anche il giorno di Pasqua siamo costretti a restare a casa. Una Pasqua strana, diversa, senza i riti che caratterizzano questo periodo dell'anno tanto cari a noi cristiani. Ma proprio le restrizioni imposte, nell'ambito del contenimento del contagio da coronavirus, possono essere uno spunto per riflettere sul significato più autentico e profondo che ci avrà lasciato questa esperienza di Pasqua chiusi in casa.

È questo l'invito che la Fnp Cisl Lombardia rivolge a tutti. Trovare nuove energie per affrontare le complessità di questi giorni, con responsabilità e fiducia, ma senza mai dimenticare le altre difficoltà sociali dei più poveri, più deboli, più sfortunati che continuano a crescere anche in questi giorni di coronavirus nei territori e nella società. Oggi nessuno deve essere lasciato solo, questa è la nostra vera emergenza! Poi i debiti, noi cittadini italiani li pagheremo, come li abbiamo sempre pagati finora.

 

Buona Pasqua alla prima linea: medici, operatori sanitari e volontari

Di qui il nostro augurio sincero di Buona Pasqua anzitutto ai medici, agli operatori sanitari e ai volontari che da settimane dedicano ore ed ore, intelligenza, professionalità, oltre il tempo e il lavoro dovuto. Un augurio va al Servizio sanitario italiano, oggi il più invidiato nel mondo, che dobbiamo difendere per continuare a mantenere l'universalità senza diseguaglianze di accesso dei cittadini alle prestazioni sanitarie.

Un augurio va anche ai tanti evasori fiscali, alcuni magari soccorsi e curati in questa emergenza, ricordando loro di versare le tasse per sostenere il nostro Servizio sanitario, soprattutto dopo questa tragica esperienza.

Un augurio va alle Forze dell'ordine, alla Protezione civile, ai Militari, a tutti coloro che continuano a lavorare per garantirci la sopravvivenza.
Un augurio va anche a imprenditori, commercianti, artigiani costretti a chiudere le loro fabbriche, i loro laboratori, i loro negozi e che alla riapertura loro avranno bisogno di tanto denaro, coraggio e fatica.
Un augurio va anche ai tanti lavoratori e imprenditori della ristorazione, delle attività legate al turismo che hanno reso famosa l'Italia per la sua accoglienza nel mondo, ma ora vedono purtroppo le strutture desolatamente vuote, con una stagione ormai persa.

Un augurio particolare va alle famiglie, ai vecchi, agli anziani, ai giovani, ai papà e alle mamme, che non hanno potuto accompagnare in chiesa i loro cari defunti, che non hanno potuto visitare in ospedale i loro malati o gli anziani ospiti delle Rsa, ma hanno potuto comprendere cosa significa il valore della famiglia, della casa, degli affetti.

Un particolare e sentito augurio di una Buona Santa Pasqua a tutti noi Cislini, di trascorrere bei momenti da condividere “virtualmente” con le persone a cui vogliamo bene, che la Santa Pasqua sia serena e ci apra ad un tempo nuovo di solidarietà.

Restiamo in casa ma prepariamoci a ripartire!
Tanti Auguri di buona Santa Pasqua,

Emilio Didonè, segreteria Fnp Cisl pensionati Lombardia