Sanità
18/03/2020
Sono già molti i casi di contagio nelle Rsa lombarde. I sindacati ribadiscono sui giornali: l’ipotesi di destinare le strutture ai pazienti dimessi da Covid-19 è ad alto rischio
C'è allarme Coronavirus nelle residenze per anziani. Le Rsa lombarde e di tutto il paese sono coinvolte, già da diversi giorni, da diversi casi di contagio da Covid-19, tra i pazienti e gli operatori sanitari. Il comunicato stampa dei sindacati dei pensionati lombardi Cgil Cisl e Uil, diramato ieri, 17 marzo, contro l'ipotesi di regione Lombardia di destinare anche le Rsa a ospitare i pazienti dimessi da Coronavirus è stato diffuso da molti quotidiani on line e cartacei, insieme a molte notizie riguardo a cosa sta succedendo nelle case di riposo.
I tamponi vengono somministrati solo a chi ha sintomi riferibili alla malattia e di conseguenza gli operatori che entrano in contatto con i malati non vengono sorvegliati. In molti temono l'effetto “domino”, di contagi a catena tra anziani ricoverati, ma anche tra medici, infermieri e operatori sanitari.
Allarme Coronavirus nelle Rsa: Legnano, Mediglia, Vimercate
La settimana scorsa la notizia più clamorosa era quella dei contagi al Sant'Erasmo di Legnano, dove, in aggiunta, si registra una mancanza di personale. Il Corriere della Sera di oggi, 18 marzo, pubblica un articolo firmato da Andrea Galli e Gianni Santucci, segnalando i contagi nelle Rsa Borromea di Mediglia, nell'hinterland a SudEst di Milano. Il Corriere scrive che la struttura è isolata dal 23 febbraio e parla di 25 anziani morti in 23 giorni.
Sono in stato di allerta, le situazioni in altre case di riposo. Il Corriere ricorda la Rsa Virgilio Ferrari, in zona Milano Corvetto, dove il sesto piano è in quarantena e sono stati registrati quattro decessi. A Vimercate, il comunicato stampa della Casa Famiglia San Giuseppe annunciava un caso di contagio già il 5 marzo. C'è preoccupazione, scrive ancora il Corriere, tra i parenti degli ospiti della Casa Famiglia di Affori e del Pio Albergo Trivulzio.
I sindacati: proteggere gli operatori sanitari
Il 17 marzo i sindacati di categoria Fp Cisl, Cisl Fp, Uilfpl, Uilpa lombardi hanno diffuso una nota unitaria per richiamare l'attenzione sulla salute degli operatori. Per chi è a diretto contatto con i pazienti malati, il rischio di contagio è altissimo e le protezioni individuali, mascherine e tute, non sono in numero sufficiente. I sindacati hanno dichiarato:
“I tamponi vanno estesi in primis a loro, per isolare anche i positivi asintomatici, per proteggere le persone – spiegano – Per questo abbiamo chiesto a Regione Lombardia di implementare, come già fatto in altre regioni, il piano sanitario di contrasto alla diffusione del Covid-19, estendendo l'esecuzione dei tamponi con lo scopo primario di isolare anche i positivi asintomatici”.
In Lombardia, sono già 691 le operatrici e gli operatori sanitari positivi al Coronavirus tra medici, infermieri e tecnici. Il numero di contagiati cresce e crescerà se non si adotta una profilassi specifica, a partire da queste lavoratrici e lavoratori in prima linea.
I pazienti dimessi in anticipo da Covid-19 non devono entrare nelle Rsa
In questo scenario difficile, l'ipotesi di ospitare, nelle case di riposo destinate agli anziani, anche i degenti anticipatamente dimessi dopo la malattia da Coronavirus è davvero rischiosa. Il comunicato dei sindacati dei pensionati è stato ripreso ieri da molti media on line. Sono stati pubblicati oggi, tra gli altri, un articolo sull'Eco di Bergamo e uno sul Corriere della Sera.
Hanno divulgato la notizia già il 17 marzo Askanews, Sempione News, Prima Bergamo, Legnano News, Varese News, Cremona Oggi e Luino Notizie, Bergamo News.