Elogio della vecchiaia: il rispetto e la civiltà ai tempi del tempi del Coronavirus

Elogio della vecchiaia: il rispetto e la civiltà ai tempi del tempi del Coronavirus

Notizie

03/03/2020



Ha iniziato Enzo Bianchi, su La Repubblica del 2 marzo, ma da più parti si solleva l’invito a rispettare, nei toni e nelle parole, l’età matura

Elogio della vecchiaia, ma soprattutto un invito a considerare con rispetto la terza età: questa la riflessione di Enzo Bianchi, pubblicata dal quotidiano La Repubblica lunedì 2 marzo.

Enzo Bianchi, dal sito del monastero di Bose, scrive che

“non è consolante per gli anziani ascoltare i martellanti bollettini che insistono sul fatto che i morti erano, per l'appunto, vecchi, per di più segnati da alcune patologie. Gli anziani reagiscono a questi annunci con fastidio, più che con paura, perché si sentono interpellati ancora una volta per ragioni mediche, demografiche ed economiche. Non ci si rivolge invece ad essi come a uomini e donne tuttora presenti tra di noi, che vorrebbero aggiungere vita ai loro giorni sempre più precari”.

Elogio della vecchiaia, civiltà e rispetto

Alcune ragioni culturali, aggiunge Bianchi, inducono oggi a un'idea fuorviante della terza età:

“I vecchi sono improduttivi e, di conseguenza, sono percepiti come persone dalla scarsa rilevanza sociale. Il più delle volte sono ritenuti insignificanti, privati anche della parola, perché da loro non si vuole ascoltare più nulla. Nel peggiore dei casi, sono addirittura abbandonati”.

Al contrario, la vecchiaia deve essere intesa non come un periodo inutile, ma come un compimento, carico di profondità.

Bianchi non è stato il solo a ergersi contro l'implicita sensazione di sollievo che pare trasparire da alcune cronache, quando scrivono che a morire dopo il contagio di Coronavirus sono in gran parte le persone sopra i 70 anni.
Piero Ragazzini, segretario generale Fnp Cisl, ha scritto il 2 marzo che “gli anziani non sono numeri, ma persone da tutelare” e invoca un maggiore impegno per la salvaguardia della loro salute. Per Ragazzini:

“Abbiamo ascoltato in questi giorni frasi che non possono trovare giustificazione se non in bieca ignoranza e vile meschinità secondo le quali il Covid-19 non è un virus mortale se non per i pensionati, come se i nostri anziani non fossero persone ma solo numeri. Noi diciamo che non è possibile accettare affermazioni del genere, soprattutto per un Paese che si professa civile e rispettoso”.

La vita di un anziano non vale di meno

Fnp Cisl pensionati Lombardia si unisce al coro di voci che, in questi giorni di tensione per via del contagio da Coronavirus, sollecitano un maggiore rispetto per le persone anziane.

Sul tema è intervenuto anche Aldo Cazzullo, sul Corriere di oggi, 3 marzo, rispondendo a un lettore: “la vita di un anziano non vale di meno”.
Roberto Burioni, su Fanpage.it, invita a considerare i rischi del Coronavirus in un'ottica più ampia, ricordando i casi di contagio di persone sotto i 40 anni. Un interessante articolo su Vita esamina i rischi del Covid-19 ricordando i bisogni di disabili gravi e non autosufficienti, a prescindere dall'età.

Per parte sua, Enzo Bianchi scrive: 

"Dobbiamo forse affermare che si invecchia solo per morire? Al contrario, non è forse la vecchiaia anche il tempo necessario per compiere la vita, per comprenderla e leggerla nel suo dipanarsi come un tappeto, dunque per scoprire e conoscere meglio se stessi? Non è la vecchiaia il tempo per mostrare, attraverso le rughe del volto, un'anamnesi di ciò che abbiamo vissuto?"

Conclude Bianchi: 

"Per questo in Grecia i vecchi vengono chiamati kalógheroi, "begli anziani", e durante la festa con cui contano gli anni della vecchiaia si canta loro: «Che tu sia saggio, sapiente, così vivrai a lungo!»".