Rapporto Censis: l’incertezza è lo stato d’animo dominante

Rapporto Censis: l’incertezza è lo stato d’animo dominante

Notizie

16/12/2019



L’indagine annuale sullo stato sociale del paese ricorda la “solitudine della non autosufficienza” e lancia l’allarme sulla sostenibilità del sistema della previdenza

Il rapporto Censis 2019 sullo stato sociale del Paese è stato presentato alcuni giorni fa, il 6 dicembre a Roma. È la 53esima edizione dello studio che analizza i fenomeni socio-economici sul territorio nazionale, la percezione degli italiani, comportamenti e abitudini.
In merito a welfare, pensioni e condizioni sociali il rapporto di quest'anno rileva una situazione preoccupante. Per il 44 per cento degli italiani, il lavoro e la disoccupazione sono i temi che destano maggiore preoccupazione. Per la media dei cittadini europei, lo stesso dato si aggira al 21 per cento.
In ansia per il loro futuro e sfiduciati, gli italiani, secondo il rapporto, nel 69 per cento dei casi vivono l'incertezza come uno stato d'animo dominante. Si legge nei titoli di sintesi della ricerca:

“Nella società ansiosa di massa si ricorre a stratagemmi individuali per difendersi dalla scomparsa del futuro. La sindrome da stress post-traumatico porta il 75% dei cittadini a non fidarsi più degli altri. E a pulsioni antidemocratiche: ora il 48% è favorevole all'uomo forte al potere”.

Rapporto Censis: cosa dice sulle pensioni

Il 53,6% delle pensioni erogate in Italia è inferiore a 750 euro mensili. Non sorprende, dichiara Censis, che il 73,9 per cento degli italiani sia d'accordo con la necessità di portare le pensioni minime a 780 euro al mese, con risorse pubbliche. Di fronte alle difficoltà di molti pensionati, si staglia un quadro previdenziale sempre più complesso: quasi 2 milioni di pensioni in Italia sono erogate da trent'anni o più (il 12% del totale), mentre la media delle pensioni sarebbe di 24 anni. Per il 45,2% degli italiani l'età pensionabile non deve seguire l'andamento della speranza di vita, mentre per il 43,2% speranza di vita ed età del pensionamento devono camminare insieme. Il rapporto parla di un “gap tra aspettative soggettive sulle pensioni e sostenibilità del sistema”.

Sulla non autosufficienza, il rapporto Censis ribadisce che l'80 per cento delle persone non autosufficienti ha più di 65 anni e che l'onere maggiore ricade direttamente sulle famiglie:

“Insufficienti e inadeguate sono le risposte pubbliche a un fenomeno destinato a crescere, considerato l'invecchiamento progressivo della popolazione”.

A proposito di welfare

Secondo il rapporto, il rapporto tra cittadini e temi cruciali come salute, sanità e welfare è destinato a complicarsi ancora di più. Le dinamiche demografiche hanno un'influenza molto forte sull'equilibro del sistema, già delicato. L'aspettativa di vita alla nascita cresce, per le donne e per gli uomini e gli italiani sopra gli ottanta anni rappresentano già il 27,7 per cento degli anziani: nel 2041, saranno il 32,4 per cento degli over 65.
La medicina ha migliorato le condizioni di salute di molti italiani ma non di tutti: ma per le persone molto anziane, restano importanti il numero delle malattie e delle condizioni disabilitanti. Secondo il rapporto, l'80,1% degli over 64 è affetto da almeno una malattia cronica, il 56,9% da almeno due. Questi ultimi aumenteranno di 2,5 milioni di qui al 2041. Già oggi la quota di non autosufficienti è pari al 20,8% tra gli over 64, a fronte del 6,1% riferito alla popolazione complessiva, e supera il 40% tra gli ultraottantenni.