Pronto Soccorso, la riforma del Triage non basterà. Didoné: serve nuovo personale

Pronto Soccorso, la riforma del Triage non basterà. Didoné: serve nuovo personale

Sanità

20/09/2019



I dubbi di Fnp Cisl Lombardia sul nuovo codice a numeri, da 1 a 5. Senza un aumento delle risorse, il rischio è che non cambi nulla

 

Pronto Soccorso: i nuovi codici per gestire le priorità delle cure vanno da 1, il più grave, a 5. La scala a colori che definiva le urgenze delle prestazioni e i tempi di attesa, dal rosso al bianco, viene rinnovata: al suo posto arriva una gradazione differenziata a cinque livelli, contrassegnati da un numero. Le Regioni potranno, tuttavia, affiancare ai codici anche i colori.
Il documento definitivo sulla riforma è stato annunciato a fine luglio, dopo che il tavolo di lavoro al ministero della Salute aveva accolto le richieste delle Regioni. La riforma prevede anche una definizione dei tempi di attesa associati alla gravità del problema sanitario del paziente e al codice che gli viene assegnato. Il pacchetto di misure sul Pronto soccorso dovrà diventare operativo entro 18 mesi.

Pronto soccorso: cosa cambia

Il codice 1 rappresenta le emergenze con necessità di cura immediata, il codice rosso. Il numero 2, arancione, definisce un problema urgente, che richiede un intervento entro 15 minuti. Il codice 3 sarà azzurro e vi rientrano i casi di urgenza differibile: è un caso senza rischio evolutivo, ma abbastanza serio da richiedere un intervento entro un'ora. Il codice 4 è verde e definisce un'urgenza minore, che richiede prestazioni diagnostico-terapeutiche mono specialistiche, entro due ore. Il codice 5, infine, è di colore bianco e costituisce un problema clinico lieve, che può essere curato entro 4 ore.
La misura introduce una raccomandazione:

i pazienti non dovrebbero attendere, al Pronto Soccorso, un tempo non superiore alle 8 ore dall'arrivo, anche quando sono necessarie prestazioni cliniche complesse.

Molte le voci scettiche sui tempi di attesa: “questa novità sul nuovo Triage e riorganizzazione della presa in carico del cittadino al Pronto Soccorso rischia di restare ancora una volta un libro dei sogni", commenta Emilio Didonè, segretario generale Fnp Cisl Lombardia.

Didoné: le riforme a parità di risorse servono a poco

“Il fatto che il pacchetto di nuove regole sia varato ancora ad isorisorse non fa ben sperare per un cambio di passo effettivo e rapido di cui il Ssn ha bisogno”, osserva Didonè. “Le carenze e le contraddizioni nel nostro Ssn che sono imputabili alla scarsità di personale, ai continui tagli di posti letto, alla progressiva riduzione di finanziamenti al servizio pubblico, a strutture sanitarie vecchie e obsolete.
Non serve a nulla introdurre nuovi codici per classificare le emergenze quando i cittadini, una volta entrati nei Pronto soccorso, sono costretti ad attese estenuanti di ore e ore prima di essere visitati. Le criticità dei pronto soccorso italiani non si risolvono certo ricorrendo ai soli nuovi codici per il Triage, ma aumentando il numero di medici e infermieri in grado di fornire una assistenza adeguata agli ammalati, aumentando i letti, rinnovando apparecchiature e strumentazioni. Occorre mettere mano alle profonde carenze che oggi ingolfano il collo di bottiglia tra Pronto Soccorso e reparti, tra ospedale e territorio. Occorre ritornare a fare una vera Politica sanitaria”.

Cosa fare per ridurre i tempi di attesa

Continua Didonè: “Mancano medici e infermieri, pedine fondamentali dei Pronto Soccorso, visto che spetterà soprattutto a loro l'assegnazione del nuovo codice numerico. Forse la politica non si è ancora accorta che intanto oggi dal Pronto Soccorso i medici fuggono per il burnout, che le aggressioni nelle strutture sanitarie sono quotidiane, che mancano incentivi economici che compensino esperienza, turnazioni e disagio lavorativo.

Quanto alla riforma, i protagonisti assoluti del nuovo triage sono gli infermieri, cui il nuovo sistema affida non solo l'assegnazione del codice numerico ma anche la rivalutazione del paziente e il suo eventuale inserimento nel percorso che porta a una visita specialistica. L'infermiere specializzato è insomma un anello fondamentale dei Pronto Soccorso, ma anche qui si stima una carenza di 10mila addetti a fronte di un nuovo fabbisogno di triagisti esperti per far partire il nuovo Triage".

Decisivo il ruolo delle Regioni

"Il ruolo delle Regioni sarà fondamentale soprattutto nel decidere tempi, modi e priorità di far proprie e applicare queste misure. Al riguardo, noi auspichiamo una piena e uniforme applicazione delle novità in tutte le Regioni che non può avvenire a “isorisorse”. Ripetiamolo e gridiamolo forte, anche a casa nostra, poiché è “matematico e logico” che per potenziare gli organici, fare formazione, riammodernare i pronto soccorso e riorganizzare l'intera gestione dell'emergenza da collegare in modo sinergico al territorio, servono si onestà, iniziativa, volontà politica, amore per il bene comune, voglia di fare ma anche risorse economiche. Su questo ci aspettiamo che il Ministero e Regioni diano risposte", conclude Didonè.