Sempre più anziani e con meno bambini: l’Italia fotografata da Istat

Sempre più anziani e con meno bambini: l’Italia fotografata da Istat

Notizie

24/06/2019



Le aspettative di vita si alzano, la terza età si allunga e, se vissuta in salute, è una stagione fatta di impegni attivi. Ma il fenomeno delle culle vuote getta ombre sul futuro

 

Sempre più anziani costituiscono la popolazione italiana. Pochi giorni fa Istat, nel presentare il rapporto annuale 2019, ha confermato una tendenza nota: le aspettative di vita crescono e la cosiddetta “terza età” rappresenta una fascia importante dei residenti.
Nel 2018, si stima che gli uomini possano contare su una vita media di 80,8 anni, le donne di 85,2 anni.
Come sono le condizioni di vita di questi anziani? In media, un uomo può godere di buona salute in media 59,7 anni, mentre una donna 57,8 anni.
Le riforme degli ultimi anni hanno posticipato l'uscita dal mondo del lavoro e aumentato, per le persone mature, il periodo definito di “età attiva”. Proprio perché la vita media si è allungata, si è dilatata anche la fase tra l'uscita dal mondo del lavoro – e il rallentamento degli impegni di cura della famiglia e dei figli – e l'entrata nell'età anziana più avanzata.

Sempre più anziani, sempre più attivi

Se sono in salute, i nuovi “anziani” vivono una stagione abbastanza fortunata. Più abituati, rispetto al passato, a stili di vita sani, partecipano a partiti politici, sindacati, associazioni e gruppi di impegno civico e sociale. Molti di loro utilizzano Internet: i numeri parlano di un incremento di 28 punti percentuali, cioè passando dal 6 al 34 per cento. Dato che l'aspettativa di vita è migliorata soprattutto per gli uomini, si registrano più coppie in età matura e meno casi di vedove sole.
L'aumento della vita media determina anche la crescita della popolazione dei “grandi anziani”. Al 1° gennaio 2019 si stimano circa 2,2 milioni di individui di età pari o superiore agli 85 anni, il 3,6 per cento del totale dei residenti (15,6 per cento della popolazione di 65 anni e oltre).
La vecchiaia, però, non è rosea per tutti. Restano molte disuguaglianze sociali nella sopravvivenza di vita. Per fare un esempio, la speranza di vita alla nascita vede una differenza di 6,1 anni negli uomini e 4 anni nelle donne tra chi ha un alto livello di istruzione a Bolzano e chi ha un basso livello di istruzione in Campania.

Più nonni, meno nipoti

C'è un'altra faccia della medaglia: il calo della natalità. Secondo Istat, la popolazione italiana ha da tempo perso la sua capacità di crescita, per dirla semplice, la “sostituzione” di chi muore con chi nasce.
Confrontando i numeri con gli anni scorsi, i dati mostrano che, dal 2015, la popolazione residente è in calo. Si è entrati nella fase che gli esperti chiamano di “declino demografico”: al 1° gennaio 2019, si stima che la popolazione ammonti a 60 milioni 391 mila residenti, oltre 400 mila in meno rispetto al 1° gennaio 2015 (-6,6 per mille).
Secondo Istat,

“in assenza di decise politiche mirate alla crescita del patrimonio demografico e a misure per garantire gli equilibri del sistema previdenziale, nel futuro l'Italia sarà inevitabilmente destinata a saldi sempre più negativi tra la quantità di futuro “prodotto” e il complesso di anni-vita persi o consumati”.