Istat: la spesa media delle famiglie in Italia è stabile. Si risparmia su scarpe e vestiti

Istat: la spesa media delle famiglie in Italia è stabile. Si risparmia su scarpe e vestiti

Notizie

13/06/2019



Consumi più alti al Nord e nelle famiglie numerose. Spendono meglio gli stranieri, gli anziani che vivono soli. La spesa è ancora lontana dai livelli del 2011

 

Secondo Istat la spesa delle famiglie in Italia è rimasta di fatto invariata, dal 2017 al 2018. Pochi giorni fa, l'istituto nazionale di statistica ha diffuso il report relativo alle spese per i consumi delle famiglie nel 2018. I numeri evidenziano una spesa media mensile, per le famiglie residenti in Italia, di 2.571 euro, solo +0,3 per cento in più rispetto all'anno prima. Nel 2017, ricorda Istat, la spesa era invece aumentata dell'1,6 per cento rispetto al 2016.
I consumi degli italiani si confermano stabili, con alcune differenze importanti per aree geografiche e fasce di popolazione e una tendenza a risparmiare, là dove lo si ritiene possibile. La spesa delle famiglie è lontana dai 2.640 euro al mese del 2011, prima di un importante periodo di contrazione. 

Istat: la spesa media delle famiglie 

il 50 per cento delle famiglie che vivono in Italia ha speso nel 2018 una cifra non superiore a 2.153 euro, invariata rispetto ai 2.154 euro del 2017. Come in passato, i livelli di spesa più elevati, e superiori alla media nazionale, si registrano nel Nordovest (2.866 euro), nel Nord-est (2.783) e nel Centro (2.723 euro). La storica differenza tra Nord e Sud viene confermata: nelle regioni meridionali la spesa è di 2.087 euro, nelle isole di 2.068 euro. 

Come e dove si spende? La casa costituisce il 35,1% del totale; seguono i prodotti per alimentari e bevande alcoliche, con il 18 per cento e i trasporti, 11,4 per cento. 
Alcune quote di consumi restano stabili: la spesa sanitaria, ad esempio, sulla quale è difficile, quando non impossibile, risparmiare. Istat rileva che, nel 2018, il 6,1% delle famiglie dichiara di aver aumentato la spesa sanitaria

Si cerca, invece, di ridurre i consumi per acquisti considerati opzionali, come abbigliamento e calzature. Quasi la metà (48,9 per cento) di quelli che acquistavano già questi beni, un anno prima dell'intervista, ha cambiato abitudini, provando a limitare la spesa. La tendenza è più marcata nel Mezzogiorno (62,7%) rispetto al Centro (47,6%) e soprattutto al Nord (40,3%).
Tra le voci di spesa "accessorie", c'è chi prova a ridurre i consumi per viaggi e vacanze: il 39,3 per cento delle famiglie abituate a spendere in questa area, con un picco del 53,9 per cento nel Mezzogiorno. 

Le differenze si riducono, ma non troppo 

Istat ha un articolato metodo per calcolare, in misura di diversi parametri, il grado di "diseguaglianza" registrato nel paese in base alle abitudini di spesa. La buona notizia è che questo livello si è ridotto, anche se di poco. Il documento Istat afferma che "nel 2018, quindi, si registra una leggera diminuzione della disuguaglianza in distribuzione per la prima volta dal 2013". 
Le differenze, nel tenore di vita e nella capacità di spesa sul territorio italiano, restano. 
Gli stranieri che risiedono nella penisola, ad esempio, spendono da 644 a 927 euro in meno rispetto ai cittadini italiani. Il divario è grande tra famiglie numerose e single, giovani e anziani, cittadini più istruiti, famiglie con casa in affitto o di proprietà. 
Secondo Istat: 

"le famiglie con spese basse e medio-basse hanno visto, con l'eccezione del 2018 per il solo primo quinto, peggiorare la propria situazione e quelle con spese medie  e medio-alte l'hanno leggermente migliorata, sebbene in misura inferiore alla media nazionale".

In sintesi, la diminuzione della disuguaglianza osservata tra il 2017 e il 2018 non compensa la tendenza generale, che va in direzione contraria a partire dal 2013 e ha visto un accentuarsi del fenomeno tra il 2016 e il 2017.