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21/05/2019
Il discorso del segretario generale al convegno all'Abbazia di Mirasole venerdì 17 maggio
In attesa delle elezioni europee del prossimo 26 maggio, pubblichiamo integralmente il discorso pronunciato da Emilio Didonè, segretario generale Fnp Cisl Lombardia, al convegno del 17 maggio all'Abbazia di Mirasole, a Opera, sull'Europa.
"Le elezioni europee si avvicinano ma di Europa si continua a parlare in termini vaghi. Tutti dicono che bisogna cambiarla ma nessuno o pochi spiegano come.
Il sentire generale è che l'Europa sia una madre ingiusta che ha penalizzato i Greci e noi italiani più di altri, un Europa fatta di tecnocrati e di burocrati non attenta ai diritti e ai bisogni dei cittadini.
Inoltre, non si può ignorare che negli ultimi dieci anni il nostro continente, come altre parti del mondo, è stato scosso da una grave crisi che ha minato le fondamenta della fiducia dei cittadini, sia nei confronti dei governi nazionali che in quelli dell'Europa.
Il disagio sociale si è aggravato in tutti i paesi più “indebitati” creando una minacciosa frattura nell'ambito dell'Unione europea e la convinzione che l'Europa non sia tanto una risorsa quanto piuttosto il problema.
E non solo. Anche quei Paesi, ormai tutti meno Grecia e Italia, che hanno recuperato i livelli di reddito precrisi, si trovano oggi ad affrontare problemi di grande impatto sociale come del resto l'Italia, quali:
- il calo demografico con l'allungamento dell'aspettativa di vita che rende difficile finanziare adeguatamente lo stato sociale;
- la tecnologia informatica e robotica che rende obsolete certe occupazioni e richiede una continua riqualificazione dei lavoratori;
- i nuovi servizi che creano un lavoro fragile, precario e frantumato;
- le nuove diseguaglianze che mettono a repentaglio l'esistenza stessa dell'Unione europea.
Tutto questo sta mettendo in crisi il modello di welfare e di protezione del lavoro delle società europee, e anche quello delle società più ricche ed avanzate nel mondo.
Europa, presente e futuro
Nonostante tutto, però, l'Europa rimane - ancora oggi - l'area più avanzata nel pianeta sul piano del benessere, dell'aspettativa di vita, della felicità soggettiva dei cittadini e dell'equilibrio del rapporto tempo libero e lavoro. Anche se a molti di noi non sembra, lo dicono i vari indicatori internazionali: siamo secondi solo al Canada, ma nell'insieme l'Europa, con i suoi 500 milioni di abitanti, è sopra a Giappone e Stati Uniti.
Purtroppo, l'Europa di oggi è molto lontana dal progetto che era stato immaginato da madri fondatrici e padri fondatori. Quella era una promessa di maggiori diritti e opportunità per le future generazioni e di progressiva integrazione che poi è mancata. Non si è mai riusciti a superare le reciproche diffidenze e il prevalere degli interessi nazionali.
La lotta alle disuguaglianze, il dumping sociale e del lavoro, una politica estera condivisa, una politica fiscale unica per tutti i paesi membri, un solo esercito degli stati uniti d'Europa, i cambiamenti climatici e la politica delle migrazioni sono sfide ancora tutte aperte e da giocare, che si possono affrontare e forse vincere solo con politiche largamente condivise a livello europeo e globale.
Serve dunque un forte coinvolgimento dei cittadini, dei giovani, dei pensionati e dei lavoratori dentro le Istituzioni e nelle piazze di tutto il continente. Serve fare una battaglia per un'Europa diversa da quella attuale. Serve un cambiamento oggi più che mai necessario per rendere questa nostra Europa più solidale e inclusiva.
Serve un'Europa come luogo di speranza che rimetta al centro: solidarietà, obbiettività, equità, etica e giustizia sociale."