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08/04/2019
Pensioni, da aprile 2019 la nuova perequazione, riduzioni ai pensionati per 5,6 milioni di assegni. Fnp-Cisl, Spi-Cgil, Uil/Uil in piazza il 1 giugno a Roma
Rivalutazione pensioni: dal 2019 cosa cambia? Da Aprile è partito il ricalcolo delle pensioni da parte dell'Inps. Dal giorno 1 del mese, i trattamenti pensionistici che superano tre volte il minimo (quindi 1.522,26 euro al mese) verranno rivisti in base a quanto previsto dalla legge di bilancio per il 2019. La legge ha introdotto il contributo di solidarietà per le pensioni sopra i 100mila euro lordi anno e ha ritoccato i meccanismi che adeguano gli assegni all'inflazione.
La Finanziaria ha attinto da questi tagli per "far guadagnare" alle casse dello Stato 3,6 miliardi nei tre anni di applicazione (dal 2019 al 2021), con un effetto trascinamento valutato in 17 miliardi sul prossimo decennio. Risorse che sono state impiegate anche per Quota 100 e Reddito/Pensione di cittadinanza.
Rivalutazione pensioni 2019
Una circolare pubblicata dall'Inps spiega che i trattamenti pensionistici interessati sono 5,6 milioni. Per circa 2,6 milioni delle posizioni interessate, la riduzione media mensile dell'importo lordo risulta di 28 centesimi. In altri casi, però, si potrà arrivare al centinaio di euro: soldi che i pensionati dovranno restituire, avendoli incassati nei primi tre mesi dell'anno, durante i quali l'Istituto non aveva ancora fatto in tempo ad applicare la nuova perequazione. Nel complesso, si stima che il conto sarà sui 100 milioni di euro.
Secondo i calcoli pubblicati da Fnp Cisl, ad esempio, per il titolare di una pensione lorda di 1.960 euro, il taglio sarà di 0,62 euro ogni mese. Gli assegni di 2700 euro saranno più leggeri di 11,44 euro. Per una pensione di 4mila euro, la decurtazione sale a 33,90 euro.
Come funziona il calcolo sui cedolini da aprile
Il ricalcolo ha riguardato i trattamenti di importo complessivo lordo superiore a tre volte il trattamento minimo. Solo gli assegni entro le tre volte il minimo ricevono cioè il pieno adeguamento, quest'anno fissato, provvisoriamente, all'1,1%.
Inoltre, specifica l'Inps nella sua circolare, la regola della nuova perequazione è applicata all'importo complessivo lordo percepito, ovvero la somma di tutte le pensioni di cui un soggetto è titolare, erogate sia dall'Inps che dagli altri Enti presenti nel Casellario centrale, assoggettabili al regime della perequazione cumulata.
La nuova formula della perequazione è diversa da quella applicata nel 2018, basata su cinque fasce, ma è soprattutto meno generosa del modello che sarebbe dovuto tornare in vigore a partire dal gennaio 2019, come avevano concordato le parti sociali col governo Gentiloni. Questa prevedeva tre fasce di trattamento pensionistico e l'applicazione del taglio della perequazione su scaglioni progressivi di reddito (come avviene per le aliquote Irpef).
Per i mesi da gennaio a marzo sarà necessario il rimborso
Ora che l'Istituto ha il calcolo delle pensioni con il cedolino di aprile, si apre il problema della restituzione di quanto incassato indebitamente nella prima parte dell'anno: gennaio, febbraio e marzo. La volontà del governo era di evitare di presentare il conto della restituzione ai pensionati sotto periodo elettorale delle europee e i rumors di palazzo ipotizzano la mensilità di giugno.
Ad oggi, l'Inps non fuga i dubbi al riguardo: "Nei prossimo mesi l'Inps comunicherà le modalità di recupero delle somme relative al periodo gennaio - marzo 2019".
Quindi, allo stato attuale, non è ancora chiaro quando sarà richiesto il rimborso.
I sindacati dei pensionati in piazza il 1 giugno a Roma
“Pochi o tanti, sono sempre soldi in meno che colpiscono i pensionati”,
afferma Emilio Didonè, segretario generale Fnp Cisl Lombardia, e c'è da chiedersi se è giusto che siano i pensionati a pagare, in assenza di un quadro di interventi efficaci.
“Stiamo preparando una manifestazione nazionale dei sindacati dei pensionati Fnp-Cisl, Spi-Cgil, Uil/Uil: sabato 1 giugno in piazza del Popolo a Roma con prima tre assemblee il 9 maggio a Padova, Roma e Napoli. “La mobilitazione è contro la totale mancanza di attenzione nei confronti dei pensionati".
L'unica misura messa in campo è stata quella del taglio della rivalutazione delle pensioni, senza tener conto che l'84% delle tasse Irpef del Paese sono versate da lavoratori dipendenti e pensionati.