Sanità
14/09/2021
Cgil Cisl Uil, le categorie dei pensionati e della funzione pubblica: finora, Regione Lombardia ha annunciato correttivi che cambiano di poco il servizio sociosanitario
La bozza di legge regionale che dovrebbe riformare il sistema sanitario in Lombardia include correttivi insufficienti per i sindacati. Per questo motivo Cgil Cisl Uil Lombardia, i sindacati dei pensionati e della funzione pubblica hanno presentato una serie di emendamenti al progetto di legge n. 187 “Modifiche al Titolo I e al Titolo VII della Legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33. Le audizioni si sono tenute martedì mattina, il 14 settembre, presso la III Commissione.
I sindacati hanno lanciato le loro proposte per cambiare il servizio sociosanitario regionale da più di un anno. Già a partire dall’estate 2020, dopo la prima ondata della pandemia, le richieste si concentravano sul potenziamento della sanità territoriale e sulla valorizzazione del servizio pubblico. Per i sindacati il focus va messo su un diverso equilibrio del rapporto tra pubblico e privato, sul ruolo della prevenzione e della rete territoriale, sul rilancio dei i distretti e i dipartimenti nell’Asst e i servizi rivolti alla popolazione anziana, fragile.
Non bastano correttivi, serve un cambiamento profondo
Il progetto di legge finora annunciato mostra che Regione Lombardia ha scelto di intervenire solo con correttivi che poco cambiano gli assetti e il servizio sociosanitario regionale. Questo nonostante le indicazioni date dal ministero della Salute ed Agenas per un necessario riallineamento alla normativa e le molte criticità presenti ancor prima dell’emergenza sanitaria da Covid-19 e maggiormente acuite nel corso della pandemia.
Gli emendamenti dei sindacati sono intesi a correzione e integrazione del progetto di legge in esame, sulle seguenti questioni di assoluta priorità:
• migliorare rapporto pubblico/privato e la libertà di scelta dei cittadini con due proposte di modifica, per valorizzare lo scopo essenzialmente integrativo e cooperativo nella realizzazione dell’offerta sanitaria e sociosanitaria di erogatori pubblici e privati, prevedendo di vincolare quote di budget a contratto per prioritari e definiti obiettivi di salute pubblica;
• sviluppare e potenziare la rete territoriale e le dotazioni organiche a partire dai Distretti, dalle case della Comunità e dagli ospedali di Comunità, rimarcando il ruolo fondamentale dei Sindaci nella programmazione territoriale;
• ridare ruolo centrale alla prevenzione ricomponendo le funzioni in materia di salute pubblica, igiene, prevenzione umana, animale e ambientale, individuale e collettiva, diversamente da una scelta di Regione Lombardia che mantiene la frammentazione delle strutture e dell’attività preventive a tutela dell’individuo e della collettività e senza superare le attuali e persistenti inefficienze;
Le proposte su Rsa e sulle Asp
A proposito delle residenze socio-assistenziali e delle aziende di servizi alla persona, i sindacati chiedono di
introdurre l’adeguamento degli standard di accreditamento, a partire dai minutaggi di assistenza, ormai datati e non rispondenti ai reali bisogni degli ospiti.
Chiedono anche di sviluppare una filiera di servizi rivolti agli anziani che favoriscano la permeanza nel loro ambiente di vita. Sollecitano interventi sulla trasparenza nella compartecipazione alla spesa da parte delle famiglie e la sostenibilità delle rette e chiedono di adeguare la quota sanitaria regionale in linea con i Lea.
Infine, sul personale sanitario e sociosanitario - risorsa determinante senza la quale nessuna riforma può essere avviata - oltre agli investimenti in assunzioni e formazioni si è richiesto di avviare con urgenza il confronto per rivedere la programmazione e gli standard delle dotazioni organiche.