Vaccini, la riflessione di Emilio Didonè. Le lobby lavorano contro gli over 80

Vaccini, la riflessione di Emilio Didonè. Le lobby lavorano contro gli over 80

Notizie

09/04/2021



C'è la cultura di chi salta la fila dietro al mancato rispetto del criterio anagrafico nella somministrazione dei vaccini

Sui vaccini anti-Covid e sulle cattive pratiche che hanno portato a rallentare la somministrazione delle dosi ai più anziani si concentra la nota di oggi, venerdì 9 aprile, di Emilio Didonè. Nelle parole del segretario generale Fnp Cisl Lombardia, diffuse, tra l'altro, agli organi di stampa, si sente l'amara constatazione di quello che non ha funzionato, in questi mesi, nella programmazione dei vaccini anti-Covid e nella realizzazione della campagna nelle diverse regioni, Lombardia in testa.
Di seguito il testo integrale. 

"L’Italia del “mi manda Picone” che salta la fila, non è solo un fenomeno di mal costume ma è la brutta fotografia del paese nel mondo, perché rivela un modo di fare insito nella nostra società, in cui le persone hanno più diritti e contano di più in quanto amici di qualcuno o appartenenti a una categoria, a una associazione. 

È nostro dovere istituzionale dare voce a chi non ha la possibilità di farsi sentire,  e dopo l'esternazione di Mario Draghi, a voce un po’ più alta, mi chiedo come sia stato possibile che tutto questo sia accaduto. 

Giornali e social ci stanno raccontando che c’è di tutto nell’elenco dei vaccinati delle Regioni sotto i 60 anni: politici, magistrati, avvocati, cattedratici, sindacalisti, falsi volontari, cuochi, camerieri, studenti, ecc., con buona pace degli ignari over 80 che sono ancora in lista di attesa".

 

Il sindacato dei pensionati Cisl Lombardia è stato tra i primi a richiamare l'attenzione dei media 

"Siamo stati tra i primi a sottolineare il fenomeno, anche a seguito delle molte segnalazioni ricevute dai nostri iscritti.  In questa vicenda, peraltro, ciò che è incredibile, è che tutto sembra quasi regolare. Siamo sempre di fronte ai soliti furbetti che, a loro insaputa, si sono adeguati ma dentro un sistema sviluppato di lobby, di scambio di favori, di relazioni interpersonali, di amicizie, di relazioni di affari che si è radicato nel tempo. Una specie di macchina burocratica che si muove come una vera e propria pubblica amministrazione parallela.

Con il risultato che il diritto alle prestazioni della sanità, del certificato, del welfare non è più universalistico, non è più equo per tutti i cittadini, indipendentemente dal lavoro che si fa e dalla posizione sociale che si ricopre.


Come è stato possibile che tanti abbiano preferito non vedere, non sentire e non parlare per settimane, e come è stato possibile che tanti ne abbiano approfittato senza porsi alcun problema di coscienza?

Sono un pensionato, ex dipendente di un importante IRCCS pubblico milanese, dove ho avuto il privilegio di lavorare tanti anni,  conosco bene il sistema, ma non sono ancora stato vaccinato. Oggi prenderò l'appuntamento nel portale di Regione Lombardia gestito da Poste Italiane, che funziona bene, e aspetterò il mio turno. Mi hanno insegnato che la coerenza è una strada sempre in salita, ma si può fare se si vuole, e noi persone pubbliche abbiamo il dovere di dare l'esempio sempre e comunque”.

 

Emilio Didonè in una foto di repertorio