Pensioni: nel 2020 sono state più di 17 milioni, con invalidità e assegni sociali

Pensioni: nel 2020 sono state più di 17 milioni, con invalidità e assegni sociali

Previdenza

29/03/2021



Pubblicato l’Osservatorio Inps sulle prestazioni previdenziali e assistenziali dell’anno scorso. Si conferma il divario tra pensioni femminili e maschili 

Le pensioni erogate nel 2020 da Inps sono state 17.799.649. Così dice l’Osservatorio dell’istituto previdenziale nel rapporto relativo alle prestazioni dell’anno scorso e annunciato pochi giorni fa.
Attenzione: come sempre, in questo numero si contano sia le mensilità di natura previdenziale, cioè le pensioni di vecchiaia, di invalidità e superstiti sia le prestazioni assistenziali cioè le invalidità civili, indennità di accompagnamento, pensioni e assegni sociali.
Inps riferisce che nel 2020 la spesa annua è stata di 212,9 miliardi di euro:  190 miliardi sono la voce delle gestioni previdenziali e 22,9 miliardi per l’assistenza.
Le pensioni 2020 sono state per il 48,9 per cento quelle di dipendenti privati mentre i lavoratori autonomi rappresentano il 28 per cento. Le gestioni assistenziali contano per il 22,4 per cento delle prestazioni.  

Pensioni 2020: differenze geografiche  

L’osservatorio conferma, una volta di più, uno scenario eterogeneo in cui sono evidenze le differenze sui territori . Nel Nord Italia si registra il 47,72 per cento delle prestazioni pensionistiche, nel Centro si parla del 19,34 per cento. In Italia meridionale e nelle isole arrivano il 30,8 per cento delle pensioni e una percentuale piccola, il 2,13 per cento è costituita dai pensionati all’estero. 
Il Nord è l’area con il maggior numero di pensioni per mille residenti (307,6 per mille), seguita dal Centro con il 291,0 per mille e dal Mezzogiorno con il 271,5 per mille. Nelle tre macroaree del Nord, Centro e Sud Italia cambia anche la natura delle pensioni. Il  Nord ha un numero di pensioni per residente maggiore per le categorie vecchiaia e superstiti, seguito dal Centro e dal Mezzogiorno. Al Sud e al Centro sono, invece, prevalenti , le pensioni per invalidità previdenziale e le prestazioni assistenziali.

Il gender gap: il divario fra uomini e donne 

Le differenze non sono solo geografiche. Secondo Inps l’importo medio mensile della pensione di vecchiaia è di 1.271,04 euro, ma al Nord si trovano con maggiore probabilità le pensioni più alte, con punte medie di 1.338,24 euro. Gli uomini ricevono mensilità più alte rispetto alle donne e, per loro, oltre un terzo delle pensioni di vecchiaia è di importo compreso fra 1.500 e 3.000 euro.
Il gender gap è molto forte nelle fasce di popolazione con pensioni basse. Se il 59,6% delle pensioni ha un importo inferiore a 750 euro, la percentuale per le donne raggiunge il 72,6%. 
Certo, è possibile che alcune di queste pensionate ricevano altre prestazioni, ma, secondo Inps, delle 10.608.976 pensioni con importo inferiore a 750 euro, solo il 43,0% (4.009.862) beneficia di prestazioni legate a requisiti reddituali bassi, quali integrazione al minimo, maggiorazioni sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidità civile.

Età media e invalidità civile 

L’osservatorio Inps registra una età media dei pensionati di 74,1 anni con una differenza tra i due generi di 4,7 anni (71,5 anni per gli uomini e 76,2 anni per le donne).
Una novità, rispetto agli anni scorsi, è l’aumento dell’importo medio annuo delle prestazioni agli invalidi civili. Si tratta dell’effetto della sentenza della Corte Costituzionale n.152/2020 che ha esteso agli invalidi civili totali con più di 18 anni il diritto al beneficio, di cui all'articolo 38 comma 4 della legge 448/2001, in precedenza riservato alle sole età uguali o superiori ai 60 anni.