Didonè su Regione Lombardia e la zona rossa. Nuova gaffe ed errori nei dati

Didonè su Regione Lombardia e la zona rossa. Nuova gaffe ed errori nei dati

Notizie

23/01/2021



Il segretario del sindacato dei pensionati Cisl Lombardia interviene sulla questione che ha visto un errore nei dati che decidono le misure restrittive anticontagio

Emilio Didonè è intervenuto questa mattina, sabato 23 gennaio, sulla vicenda che ha visto un'erronea trasmissione dei dati sull'andamento del contagio da Covid19. In un tweet Didonè scrive: 

“Presidente Fontana, dopo tanti errori su acquisto vaccini antinfluenzali ecco la nuova gaffe della “sua” Regione: invia prima dati sbagliati Covid, poi incolpa il governo per la zona rossa. Evidentemente la sua macchina regionale non funziona, e forse non era tutta colpa degli allontanati...”

Il riferimento è alla polemica, sollevata nei giorni scorsi, sui dati che hanno deciso la zona rossa per la Lombardia e che, rettificati il 20 gennaio, permettono dal 24 gennaio di entrare, invece, in zona arancione. Corriere della Sera, Ansa e la maggior parte dei quotidiani riportano la querelle che ha visto l'incomprensione tra Regione Lombardia e Governo, in merito a chi avesse registrato o trasmesso i dati non corretti.

Proprio ieri si è saputo che, per stessa ammissione degli uffici di regione Lombardia, il Pirellone ha fornito dati rettificati rispetto a quelli prodotti precedentemente e che avevano fatto scattare la zona rossa dal 17 gennaio. 

Didonè: le gaffes della Regione continuano

Per una settimana, 10 milioni di persone e decine di migliaia di imprese sono rimaste in zona rossa, con il risultato della perdita di diversi milioni di euro. E sembrerebbe per uno sbaglio dell'amministrazione regionale che ha trasmesso dati incompleti all'istituto superiore sanità. 

Continua Didonè: 

“Errare è umano e può capitare, ma bastava assumersi le responsabilità e dire la verità, senza gridare al lupo nei giorni precedenti la zona rossa, poi incolpare il governo cattivo e, dulcis in fundo, “inscenare” il ricorso al Tar del Lazio per gettare fumo negli occhi a noi cittadini”.