Rsa in Lombardia, non c'è pace per gli anziani nelle strutture sociosanitarie

Rsa in Lombardia, non c'è pace per gli anziani nelle strutture sociosanitarie

Welfare

07/08/2020



Emilio Didonè: Regione continua a scaricare le responsabilità. Serve un piano Marshall anche per il settore socio sanitario sociale

La situazione delle Rsa in Lombardia è tutt'altro che risolta. Non c'è pace per gli anziani ospiti nelle strutture sociosanitarie della regione. I degenti sono costretti a un isolamento forzato, senza il conforto dei parenti che, per le regole anti-contagio, possono visitarli di rado e a distanza. Sindacato dei pensionati Cisl Lombardia denuncia, nel comunicato del 7 agosto, che al contrario di quanto affermato da Regione Lombardia, i problemi vissuti dagli anziani e dalle loro famiglie sono ancora drammatici. 

Dichiara Emilio Didonè, segretario generale Fnp Cisl Lombardia: 

“Come al solito, dobbiamo fidarci del solito annuncio, e non ancora di atti ufficiali, ma dalle dichiarazioni di Giulio Gallera non riscontriamo nessuna particolare novità sul fronte ingresso parenti e visitatori in Rsa, centri diurni e comunità terapeutiche. Ancora si scarica la responsabilità agli Enti gestori del settore sociosanitario chiamati a predisporre un piano organizzativo e gestionale con relative procedure e istruzioni operative, sottoscritto dal Legale Rappresentante, da trasmettere formalmente alla Ats territorialmente competente insieme all'individuazione di un referente Covid”.

Rsa in Lombardia: insufficiente la parte economica di sostegno alle Rsa 

Emilio Didonè liquida i lanci di agenzia relativi a particolari novità sulla gestione e gli ingressi delle Rsa lombarde. Si intuisce, dice Didonè, che è stato leggermente alleggerito l'iter di ingresso dei nuovi ospiti, sempre a patto che la struttura stessa abbia individuato l'allestimento di un'area di accoglienza temporanea dedicata e l'adozione di misure organizzative e logistiche idonee a garantire adeguato distanziamento fisico e isolamento funzionale fra gli ospiti (cioè come prima per il periodo di quarantena).

La parte economica di sostegno alle Rsa, colpite in questo particolare periodo di difficoltà, è però insufficiente. Didonè osserva nella nota stampa che si aiutano, giustamente turismo, ristoranti, industria…; si permette di viaggiare senza distanziamenti su aerei e mezzi pubblici lombardi; si possono frequentare senza troppi problemi ristoranti e locali. Nelle Rsa, invece, non cambia nulla. 

Nei tanti decreti che si sono susseguiti si sono trovate risorse per tanti settori. Si annuncia un piano Marshall anche in Lombardia per ogni piega del sistema economico, ma di risorse per il piano sociale e per l'assistenza che durante la pandemia, e soprattutto in Lombardia, hanno evidenziato gravi carenze e causato enormi danni anche per alcune scelte molto discutibili, se ne trovano sempre poche .

“Tutto ancora a carico delle famiglie che si trovano ad affrontare anche aumenti di retta pesanti in molte Rsa”.

Nelle Rsa trattamenti ai limite dell'umano

Al di là degli annunci, di fatto le esperienze delle famiglie lombarde raccontano una situazione difficile da gestire. Le regole imposte a ospiti e parenti per impedire il rischio del contagio, dopo che a marzo una gestione confusa e difficile ha portato, in molte Rsa, il dilagare dell'epidemia, sono ora severissime. I parenti degli ospiti testimoniano di poter fare visita ai loro cari una volta alla settimana, quando va bene, ma a volte anche ogni 15 giorni o dopo un mese. La distanza imposta, dai due ai quattro metri, mal si concilia con lo stato di salute di persone deboli, che parlano poco o a voce fioca o con persone malate. Con stimoli relazionali debolissimi, inassenza di attività di animazione nelle Rsa, gli anziani finiscono con il peggiorare le loro condizioni di salute e gli stimoli relazionali sono debolissimi. 

Emilio Didonè osserva nel comunicato che, secondo le intenzioni dell'assessore regionale,ci potranno essere, come adesso, comportamenti, orari visite, numero visite, modalità visite molto diversi da Rsa a Rsa, dipenderà dalla sensibilità e senso di responsabilità dei singoli responsabili Covid delle diverse strutture. Didonè si chiede:

"Questi alleggerimenti sapranno rispondere alle esigenze sacrosante di visitatori, famiglie e parenti che da mesi hanno perso il contatto "umano" con i loro cari? .
Mettiamoci per una volta dalla parte dei parenti, aprono tutte le attività e le spiagge sono affollate ma nella totale indifferenza nessuno pensa all' isolamento di ormai ben cinque mesi degli anziani ospiti nelle Rsa.
Sono situazioni difficilmente accettabili che perdurano ininterrottamente dai primi di marzo. Quanto deve durare ancora? Chiediamo un immediato intervento per cambiare in sicurezza tale situazione altrimenti gli anziani sopravvissuti al Covid moriranno per lo sconforto di essere soli, specie se afflitti da patologie che minano le capacità relazionali”.