Ignazio Ganga e Piero Ragazzini: la deflazione rischia di abbassare le pensioni

Ignazio Ganga e Piero Ragazzini: la deflazione rischia di abbassare le pensioni

Previdenza

18/06/2020



Calano i prezzi dei carburanti, aumentano quelli dei generi alimentari. Le conseguenze per i pensionati

Ignazio Ganga e Piero Ragazzini, rispettivamente segretario confederale Cisl e segretario nazionale Fnp Cisl, hanno divulgato ieri, 17 giugno, una nota congiunta per commentare gli ultimi dati Istat sulla deflazione. I due segretari allertano: il calo dei prezzi avrà una conseguenza sulle pensioni. Dicono Ganga e Ragazzini:

“L'Istat ha certificato che siamo in deflazione con una riduzione dello 0,2% dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di maggio. Se il dato sarà confermato come andamento annuale questo avrà riflessi negativi sul piano economico generale e colpirà anche i pensionati attuali e futuri”.

Il riferimento è al comunicato Istat sui prezzi al consumo del mese di maggio 2020. I dati Istat parlano di una riduzione dei prezzi al consumo sia su base mensile che su base annuale. La deflazione non è omogenea: scendono, infatti, i prezzi dei beni energetici non regolamentati, i carburanti, fino a un – 12,2 per cento. I prezzi di generi alimentari, prodotti per la cura della casa e della persona, invece, aumentano del 2,4 per cento.

Ignazio Ganga e Piero Ragazzini: far ripartire l'economia, riaprire il confronto sulle pensioni

L'analisi di Ignazio Ganga e Piero Ragazzini parte dal fatto che la deflazione determina una minore crescita, o una maggiore caduta, del Pil nominale e quindi una crescita del rapporto debito/Pil. Questa variazione cambia la valorizzazione annuale dei contributi versati dai lavoratori ai fini pensionistici, che sono rivalutati annualmente in base alla variazione media quinquennale del Pil nominale. Il rischio è che l'attuale situazione economica porti un valore più basso delle pensioni future. Potrebbe cambiare, inoltre, anche il dato della rivalutazione delle pensioni, già ridotta per alcune fasce di pensionati, in base all'aumento dei prezzi.

Dicono Ganga e Ragazzini:

“In pratica, mentre il costo dei beni maggiormente utilizzati dai pensionati è aumentato erodendo il valore reale della loro pensione, l'indice Istat che dovrebbe garantire questo valore reale mostra un andamento negativo per effetto sia della crisi economica e della caduta della domanda di carburanti.
Alla luce dei dati su esposti se per un verso è necessario insistere sulle misure utili a far ripartire l'economia, rispetto al tema delle pensioni dovrà essere riaperto immediatamente il confronto teso ad individuare le misure necessarie per evitare ricadute sui trattamenti pensionistici in essere e su quelli futuri”.