Istat e Iss: secondo Rapporto sull’epidemia da Covid19 aggiornato al 4 giugno

Istat e Iss: secondo Rapporto sull’epidemia da Covid19 aggiornato al 4 giugno

Sanità

05/06/2020



La curva dei decessi e delle infezioni sale a marzo per scendere gradualmente in aprile. L’andamento segue quello delle regioni e delle zone più colpite dalla pandemia

Istat ha diffuso il 4 giugno il secondo rapporto sull'epidemia da Covid19, realizzato insieme a Istituto Superiore di Sanità. Il riepilogo permette di vedere la curva delle infezioni conclamate da Sars Cov 2 nel 2020 e l'andamento generale dei decessi, rispetto ai numeri dell'anno prima.
I dati aggiornati confermano un drammatico aumento di contagiati e di morti, soprattutto nel mese di marzo. Ad aprile la situazione migliora: in Lombardia, che è la regione più colpita, la diminuzione dei casi viene definita nel rapporto importante: i morti passano dai 24.893 di marzo ai 16.190 di aprile 2020. Nei primi quattro mesi del 2020, la differenza tra i decessi rispetto allo stesso periodo 2015-2019 scende da 188,1% a 107,5%.

Istat e Iss: che cosa dice il rapporto

L'indagine divulgata da Istat, il 4 maggio, aveva analizzato i primi tre mesi del 2020. L'istituto aveva scelto di affiancare, ai dati sul contagio accertati da Iss, un'analisi della mortalità generale confrontata con il 2019. Si tratta di decessi considerati in modo indifferenziato, a prescindere dalla diagnosi del tampone. Il raffronto tra l'andamento del contagio e il numero dei morti mostra un andamento molto chiaro: nelle regioni più colpite dal contagio, Lombardia in testa, salgono in modo drammatico anche i decessi. Si tratta, prima di tutto, delle aree di Bergamo, Bergamo (571%), Cremona (401%), Lodi, (377%), Brescia (292%), Piacenza (271%), Parma (209%), Lecco (184%), Pavia (136%), Mantova (123%).

Aprile 2020: meglio a Bergamo e Lodi, ancora difficile a Pavia, non troppo bene a Sondrio

Nel mese di aprile contagi e decessi cominciano a scendere, ma in modo diseguale. Bergamo e Lodi sono le aree in cui la diminuzione della mortalità è stata più accentuata, con un eccesso di mortalità che scende da 571% di marzo a 123% di aprile a Bergamo e da 377% a 79,8% a Lodi.
A Pavia si registra ancora un 135% di decessi in più rispetto alla media 2015-2019; a Monza e Brianza la percentuale di morti è del 101 per cento rispetto all'anno prima, a Milano del 98.
Alcune aree sono in controtendenza: a Sondrio, ad esempio, con il 93% di decessi in più ad aprile contro il 78% di marzo.

Secondo il rapporto

“con i dati oggi a disposizione, si possono solo ipotizzare due possibili cause: è aumentata la capacità diagnostica delle strutture sanitarie e quindi sono stati diagnosticati in maniera più accurata i casi di COVID-19; è diminuita la mortalità indiretta non correlata al virus ma causata dalla crisi del sistema ospedaliero nelle aree maggiormente affette. Quest'ultima componente infatti migliora man mano che si riduce la pressione sui sistemi sanitari”.