Notizie
04/05/2020
Furlan: inaccettabili e fuori luogo gli attacchi nei suoi confronti
Stop body shaming verso Giovanna Botteri. Il sindacato dei pensionati Fnp Cisl Lombardia si unisce all'indignazione che, da più parti, si è diffusa in questi giorni contro la campagna denigratoria ai danni della giornalista Giovanna Botteri. Su Change.org è attiva una petizione per fermare l'ondata di battute e dileggi che hanno preso di mira l'aspetto fisico, l'abbigliamento e l'acconciatura della giornalista.
Emilio Didonè, segretario generale di Fnp Cisl Lombardia, ha aderito al coro generale di proteste contro il body shaming.
Giovanna Botteri è una giornalista molto qualificata, attualmente inviata Rai da Pechino e ha il diritto di essere valutata e riconosciuta per la qualità del suo lavoro.
Sulla vicenda è intervenuta il 2 maggio Annamaria Furlan, che in un tweet ha scritto:
"Solidarietà a Giovanna Botteri, una giornalista bravissima. I suoi servizi chiari ed incisivi aprono una finestra sul mondo. Sono davvero inaccettabili e fuori luogo gli attacchi e gli insulti nei suoi confronti”.
Stop body shaming verso Giovanna Botteri: che cosa è successo
L'espressione body shaming fa rifermento a un atteggiamento purtroppo più diffuso nei confronti delle donne: non si valutano qualità e meriti intellettuali ma si punta solo a evidenziare l'aspetto fisico. Giovanna Botteri si è espressa in modo esplicito sul fenomeno, osservando che quanto sta succedendo è segno di un chiaro pregiudizio culturale.
L'iniziativa Stop body shaming verso Giovanna Botteri è venuta alla luce nel modo più clamoroso dopo che il programma tv Striscia la notizia, nella puntata del 24 aprile, ha ricordato i commenti gia diffusi sul web sull'aspetto fisico della giornalista. Striscia la notizia e i suoi conduttori, Jerry Scotti e Michelle Hunziker, hanno risposto alla critica di aver contribuito a deridere la Botteri. In un comunicato stampa e con dichiarazioni suoi canali social, hanno dichiarato che la puntata era, in realtà, a favore della giornalista. La dichiarazione non ha convinto e dal 2 maggio è in rete la petizione lanciata da Luisella Cresto su Change.org.